Estratto dal libretto della storia di Giovanni Dalle Case [[pagine 23-37]]
IL PIO LEGATO DENOMINATO
“Soccorso agli artisti” DI VERONA.
2.1 Giovanni Dalle Case. Note biografiche
Dai registri canonici delle parrocchie intra muros della città di Verona, concentrati nell’Archivio Storico della Curia Vescovile il 2 giugno 1980, si possono ricavare i dati biografici essenziali relativi alla famiglia, alla persona e all’attività di Giovanni Dalle Case.
Nella mente della maggioranza dei veronesi il suo nome non suscita alcuna immagine. E un personaggio sconosciuto, nonostante ci sia il dovere di non lasciarne cadere la memoria.
Cercheremo, pertanto, di rintracciare tra le pagine ingiallite degli archivi l’inedito e l’individuale tentando, con quel poco che ci è rimasto di lui, di incontrare l’uomo.
Giovanni nacque a Verona il 12 ottobre 177 4 da Antonio Giuseppe Dalle Case e da Margherita Giacoma Tessìa, ambedue della città di Verona, e venne battezzato nella chiesa di S. Zeno in Oratorio
il 16 ottobre dello stesso anno [1]ASV, San Zeno in Oratorio, Reg. Batt. !773-1776, nr. 15, p. 294..
Era figlio secondogenito di dieci fratelli, morti tutti in tenera età,
eccetto Pio Angelo, nato il 12 maggio 1782.[2]Diamo il nome, con l’anno di nascita, dei fratelli: Matteo Raineri (1773), Concordia (1777), Bartolomeo (1778), Luigi Gioacchino (1780), Pio Angelo (1782), Lucia Antonia (1784), Rosa Angela … Continua a leggere...
Il padre Antonio Giuseppe nacque il 19 febbraio 1738 e fu battezzato il 22 febbraio dello stesso anno nella chiesa dei santi Nazzaro e Celso di Verona 3).[3] /bi, S. Nazzaro e Celso, Reg. Batt. 1726-1738, (s.p). Era figlio di Giovanni e di Pace Concordia Bertoldi, sua moglie.
La madre Margherita Giacoma nacque il 25 luglio 1752 e fu battezzata il 5 agosto successivo nella chiesa di San Paolo in C.M. [4]Ibi, S. Paolo in C.M., Reg. Batt. 1729-1755, sub littera Z. Il padre si chiamava Giovanni e la Madre Domenica N …. Padrino di battesimo fu l’Ecc.mo Dott. Avvocato Alessandro Capellari … Continua a leggere.... Il loro matrimonio fu celebrato nella chiesa di S. Zeno in Oratorio il 15 settembre 1772[5]Ibi, S. Zeno in Oratorio, Reg. Matr. 1757-1804, p. 58v. L’espressione: “hora 2.da noctis ”, deve computarsi dal calar del sole. Nel registro si legge infatti: ”Die X. Ma 5.ta … Continua a leggere.... Agli inizi abitarono nella contrada di Santa Cecilia. È lì infatti che, si trova registrato l’atto di battesimo del primo figlio Matteo Raineri [6]Ibi, S. Cecilia, Reg. Batt. 1728-1807, p. 114. Matteo ebbe vita brevissima, morì soltanto dieci giorni dopo la nascita (21 novembre 1773) e fu sepolto in Santa Cecilia, cf. Ibidem, Reg. Morti … Continua a leggere.... L’anno successivo la famiglia è nella contrada di S. Zeno in Oratorio e qui viene alla luce Giovanni. In questa contrada abitavano anche dei familiari di Margherita Tessìa e, forse, da questi la famigliafu accòlta. Nel 1780 i Dalle Case sono in contrà S. Tommaso Ap. (vulgo S. Tomìo).
Qui sono battezzati i figli Luigi Gioacchino, Lucia Antonia, Rosa Angela, Pio Angelo, Teresa Luigia e Luigi Maria. Nel registro dei morti della chiesa sono registrati i nomi di Bartolomeo e di Concordia insieme a quelli di Luigi Gioàcchino, Teresa Luigia e Luigi Maria.
Nei primi anni dell’Ottocento (1806) il nucleo familiare composto da: “Dalle Case Antonio, fu Giovanni, linarol, di anni 68; Margherita fu Giovanni Tessìa, moglie, di anni 55; Giovanni, figlio, negoziante, di anni 32 “, abita nella “casa di ragion Castellani, con bottega (di) linarol” al nr. civico 990, nell’Isolo XX/Piazza delle Erbe, nel territorio della parrocchia di S. Nicolò [7]Ibi, S. Nicolò, Reg. Status animarum 1807-1808, p. 77.. Con essi vi è una domestica, certa “Cracco Lugrezia, serva nubile, di anni 25 [8]Ibidem.
La registrazione dello Status animarum segnala che l’attività svolta dal padre Antonio è quella di linarol, cioè di venditore di stoffe pregiate [9]Scrive lo Scarcella che i linaroli, negozianti di lino, costituitisi in arte nel 1513, avevano nella chiesa di San Marco di Verona, ora distrutta, un proprio altare. Nel 1726 si trasferirono in San … Continua a leggere....
Circa l’attività di Giovanni i registri, con lievi varianti nella terminologia, lo dicono: negoziante, mercante con bottega di spago, bottega di mercerie.
Nel registro del 1819-1820 comincia ad apparire, e rimane stabile, la qualifica di: possidente celibe [10]ASCV, Fondi parrocchiali (tit. XVIIl/1). S. Nicolò, Reg. Status animarum 1819-1820, p. 135.
È da presumere che Giovanni fosse associato all’attività del padre dal quale erediterà i beni alla morte del genitore che avvenne il 17 aprile 1810, all’età di 72 anni [11]Ibi, S. Nicolò, Reg. Morti 1806-1828, p. 39.
Tranne che per qualche tempo e in diverse occasioni, il fratello Pio Angelo non risiedette in casa con la madre e il fratello Giovanni.
Si ha notizia della sua presenza nel 1811, all’indomani, si può dire, della morte del padre [12]Ibidem, Reg. Status animarum 1811-1812, p. 81.. Abitava in un’altra casa, nella zona dell’Isolo I/S. Nicolò, in uno stabile di (ragion) Venturini e Bigalia.
È registrato come: possidente [13]Ibidem, Reg. Status animarum 1815-1816, p. 3. Risulta non coniugato..
In famiglia si trova sempre registrato personale di servizio e, talvolta, dei nipoti come certa Francesca Davìa (o Daccia) col fratello Giovanni, figli di una sorella di Margherita Tessìa. Vi rimangono, però, solo pochi anni [14]Ibidem, Reg. Status animarum 1811-1812, p. 81. Nel Reg. del 1815-1816 i loro nomi non vi compaiono più..
Il 17 dicembre 1831 muore la madre Margherita all’età di 85 anni [15]Ibidem, Reg. Morti 1829-1843, p. 36..
Lo stesso anno è già presente in casa, come governante, Maria Gaetana Seitz, fu Gaetano e fu Maria Barbara Vandener, nata a Monaco di Baviera, nubile, di anni 37 [16]Ibidem, Reg. Status animarum 1831-1832, p. 119..
D’ora in poi nella casa di ragion degli eredi Trevisani, al nr. Civico 930, all’Isolo XXV Huberti, in parrocchia di S. Nicolò, dal 1832 risiederanno Giovanni, M. Gaetana Seitz e una domestica. Così
fino al termine della vita, quando Giovanni Dalle Case spirerà il 2 giugno 1855, celibe, all’età di poco meno di 81 anni, munito dei conforti religiosi[17]Ibidem, Reg. Morti 1843-1863, p. 79..
Secondo il suo dichiarato desiderio: ”Mi siano fatti semplici funerali e mi sia comperato un calto per mio riposo con sopra l’iscrizione: Soccorso agli Artisti,” [18]AS Verona, Tribunale C.P., fase. 69. 5516, Testamenti di Verona. fu sepolto nel cimitero di Verona.
Scrive il Bagatta: ”Il Comune chiamato, benché indirettamente, a costituire questa pia fondazione [a seguito del lascito a favore degli artigiani poveri della città di Verona] non vorrà lasciare negletto il luogo dove riposano le ceneri del benefattore. Il saggio divisamento di erigere un pantheon a quelli che sono benefici verso la patria non potrà, a nostro avviso, essere più legittimamente adempiuto che collocando pure in esso la salma dell’egregio defunto” [19]BAGATTA, F., Beneficenza, in Gazzetta Uffiziale 1 (1855) 1, nr. 154, martedì 5 giugno 1855.. Il voto è stato accolto dal Comune di Verona e il nome di Giovanni Dalle Case, da tempo, è stato scritto in una lapide posta nel pantheon: Beneficiis in patriam [20]BARBAN, B., n cimitero monumentale di Verona (1828-1928), Verona 1928, p. 176. insieme ad altri illustri benefattori veronesi [21]Ibidem, pp. 172-183. Il suo corpo riposa in una tomba sul lato destro del Cimitero Monumentale di Verona, luogo della sepoltura originaria. La lapide tombale riporta questa iscrizione:GIOVANNI DALLE … Continua a leggere.... ·
Le scarse memorie non permettono di tracciare un profilo sufficientemente ampio e organico della vita di Giovanni Dalle Case.
Presentiamo, quindi, le poche notizie che siamo stati in grado di raccogliere e che possono servire a lumeggiare ancor più il personaggio. L’Indicatore Veronese per l’anno 1852 riporta, tra l’elenco dei cento maggiori estimati del Comune di Verona eleggibili alla carica di consigliere comunale, anche il nome di Giovanni Dalle Case [22]INDICATORE (L’) veronese per l’anno 1852, Verona (s.a.), p. 56..
Questo elenco veniva fatto in base ai termini del Regolamento Amministrativo del 4 aprile 1816 [23] CASTELLAZZI, L., L’organizzazione politico-amministrativa di Verona, in AA.VV., Verona e il suo territorio, vol. Vl/1, Verona 1988, p. 127.. Gli eletti rimanevano in carica
per tre anni. Così anche nel 1853, per il triennio 1853-1855, c’è il nome di Giovanni Dalle Case, fu Antonio, in parrocchia di S. Nicolò alle Campane, nr. 930 [24]INDICATORE (L’) veronese per l’anno 1853, Verona (s.a.), p. 76. Giovanni Dalle Case è menzionato in questi elenchi dal 1849 fino all’anno della sua morte (1855).. Questo fatto è indicativo sia del censo e sia della stima che l’uomo godeva nella pubblica opinione.
Non certo un notabile, nel senso comune del termine. Ma si può dire che la vita l’abbia vissuta nell’impegno del suo lavoro e dell’ininterrotto faticare.
Un uomo che affonda le radici nel ceto della borghesia veronese.
Con una formazione che non ignora sudori e interpreta il suo posto con doti umane e morali, quindi, sapienziali più che politiche. Consapevole dei propri limiti e anche delle proprie possibilità. Un personaggio di magnitudine intermedia, che ha lavorato a contatto con il popolo, ne ha percepito gli umori, gli orientamenti, i bisogni e ha dato il suo personale, concreto contributo in un tempo di larghi strati di povertà per promuovere, a decoro di Verona, civiche iniziative di progresso materiale e spirituale.
La Commissione con l’opera: dell’artista Giuseppe Poli, che condusse egregiamente il lavoro, eresse il busto del pio legatario, a testimonio di perenne gratitudine [25] BAGATTA, F., Storia degli spedali … op. cit., p. 186..
Attualmente il busto si può vedere nel vano scale della sede del legato in via San Mamaso, 14.
2.2 Origine e scopo del Pio Legato.
Il Pio Legato viene costituito a Verona con atto notarile del 1 ° gennaio 1850. In esso sono date precise disposizioni testamentarie, rese pubbliche ed esecutive alla morte del testatore avvenuta il 2 giugno 1855 [26]Negli Statuti e nei Regolamenti a stampa si deve correggere l’errore che ripetutamente ricorre circa la data di morte di Giovanni Dalle Case. La data del 2 gennaio 1855 è errata quanto al … Continua a leggere....
Riportiamo integralmente, qui di seguito, il testamento pubblicato a stampa dalla tipografia Vicentini e Franchini, Verona 1855, tratto dal documento scritto di mano e carattere per intero da Giovanni Dalle Case [27]AS Verona, Tribunale C.P., fase. 69. 5516. Testamenti di Verona. Pubblicata la presente carta testamentaria nel protocollo 3 giugno 1855, nr. 14864 davanti alla S.R.Pretura in Verona..
DISPOSIZIONI DI ULTIMA VOLONTÀDEL DEFUNTO SIGNOR GIOVANNI DALLE CASE FU ANTONIO
L.D.S.
Primo gennaio 1850, Verona.
Io Giovanni Dalle Case del fu Antonio, fino che mi trovo in perfetta sanità di corpo e di mente, dispongo di tutte le mie sostanze col presente Testamento che scrivo di mia mano e carattere per intero.
Raccomando prima di tutto l’anima mia a Dio onde si degni d’accoglierla negli eterni riposi.
Lascio alla Signora Maria Seitz mia Governante ogni e qualunque sostanza mobile che si troverà nelle mie due Case di abitazione di Città che di Campagna al tempo di mia morte in guisa che queste mie due Case d’abitazione dovranno essere considerate come un mio ripostiglio, il di cui contenuto si devolverà a beneficio della predetta mia legataria.
Restando per altro esclusi da questo legato, sebbene esistessero nelle dette mie due Case, tutti i danari, tutti i crediti di qualunque specie e denominazione siano, tanto verso il pubblico, quanto verso il privato, tutte le carte, libri, documenti, registri e processi.
Legato perpetuo che avrà nome di SOCCORSO AGLI ARTISTI
Lascio alli suddetti Artisti di Verona tutte le mie Case di Città per intero.
Lascio il mio Stabile di Campagna posto in Azzano unitamente le Frazioni delle altre Comuni contigue tutto per intero, si intende agli Artisti.
Lascio al alli suddetti Artisti un Caseggiato con un pezzo di terreno posto in-Zevio.
Lascio alli suddetti Artisti due Prese di Prateria poste in Vigasi.
Lascio alli suddetti Artisti tutti li arnesi di Campagna che si troveranno nello Stabile d’Azzano, Tinazzara fornita di tinazzi, caneva fornita di tinazzi e bottoni, tine grandi per vendemmiare le uve,
tutti li attrezzi per trar la seta e molti altri oggetti come si vedrà dall’inventario con ipoteca di quattromila Lire L. 4.000.
Lascio alli suddetti Artisti centomila svanziche, dico A. L. 100.000 un anno dopo avuto il possesso di questa eredità.
Seguono li carichi, che si dovranno pagare con le rendite di questo Legato degli Artisti.
Lascio alla suddetta Maria Seitz dal corpo delli suddetti Caseggiati di Verona scegliersi un appartamento per sua abitazione e se desiderasse l’appartamento presentemente da Lei abitato, col legato degli Artisti dovranno pagare l’affitto vita sua natural durante.
Lascio alla suddetta Seitz il Casamento Dominicale di Campagna in Azzano con tutte le adiacenze e rendite da me riservate colla locazione dell’affittuale Sig. Agostino Zenati vita sua natural durante.
Lascio alla suddetta Seitz ogni volta che vorrà andare e venire da Campagna da Azzano a Verona, prenderà una vettura coi cavalli e dovranno essere pagati i noli d’anno in anno a spese del legato
degli Artisti vita sua natural durante.
Lascio alla suddetta Seitz nelle sue malattie che incontrerà, dovranno essere pagate le spese col legato degli Artisti vita sua natural durante.
Lascio a tutti i miei affittuali che abitano nelle mie Case di Verona, saranno esonerati per un solo anno di non pagare l’affitto quelli soli che pagano d’affitto meno di Talleri trenta all’anno.
Lascio alla suddetta Seitz Talleri seicento all’anno da pagarli anticipatamente dì tre in tre mesi e mancando alla puntualità dei pagamenti alle scadenze, andrà a rascuoterseli da quelli affittuali che
lei crederà vita sua natural durante.
Si dovrà pagare alle scadenze la Convenzione fatta col mezzo del Commissario Superiore di Polizia semprecché non succedano inconvenienti alle mie disposizioni.
Questo è un legato perpetuo che avrà il nome SOCCORSO AGLI ARTISTI, capi di famiglia e poveri che vivono della sola giornata, dovranno essere assistiti nelle loro malattie.
Questo Istituto per gli Artisti procederà una Commissione composta di tre Membri che decideranno a pluralità di voti; i tre Membri saranno nominati: uno fra il Clero a scelta di Monsignor Vescovo
o suo Vicario, uno fra la Camera di Commercio a scelta della Camera stessa e l’altro uno delli più probi ed intelligenti artigiani scelto dalla Comune.
La detta. Commissione ragguaglierà ogni anno l’Autorità Politica del proprio operato in solo riguardo alla contabilità a preservazione del capitale, restando però la detta Commissione abilitata ad eseguire,
senza dipendenza e secondo la sua miglior scienza e coscienza la rendita delle Case, campi e danaro come sopra legatato, come dissi, delli poveri Artisti di Verona che vivono del solo prodotto delle loro opere, acciò durante l’impedimento per malattie ad esercitare sopra sé stessi, prestandoli quello che non potranno percepire.
– Altra· disposizione del rimanente de’ miei capitali.
Alla Signora Maria Seitz li suoi crediti che tiene verso di me come dalli documenti da me rilasciati alla suddetta dovranno essere pagati.
Lascio ai figli di Angelo Daccia ed Angela Tessia, Talleri duecento per una sola volta.
Lascio all’Avvocato Sig. Gio. Silvestri Talleri duecento 200. Per una sola volta a quelli che si troveranno in vita.
Lascio a Napoleone Bressanini Talleri duecento 200.
Lascio a Cesare Capetti Talleri cento 100.
Lascio al mio Domestico Talleri cinquanta 50.
Lascio alla mia Domestica Talleri cinquanta 50.
Si dovrà pagare il salario al mio Domestico fino terminate le divisioni.
Altra disposizione.
Eredi universali della restante mia facoltà, detratto quanto ho disposto, saranno le quattro famiglie più prossime al mio parentà e la suddetta Signora Seitz, formeranno cinque e divideranno in cinque
porzioni uguali.
È inibito alli suddetti eredi di portarsi nella Casa di mia abitazione acciò non abbiano da dare disturbi o pretese immature.
Esecutori testamentari delle suddette mie disposizioni saranno Napoleone Bressanini ed un Erede della Famiglia Morelli; l’amministrazione dovrà essere tenuta nella Casa di mia abitazione e la Signora Maria Seitz sarà la custode delle rendite e di quello che occorrerà.
Al suddetto Bressanini dovranno essere pagati dagli Eredi li suoi disturbi.
Divieto ogni reclamo contro la presente mia disposizione sotto pena di essere privati d’ogni benché minima partecipazione della mia eredità.
Mi siano fatti li semplici funerali e mi sia comperato un Calto per mio riposo con sopra l’iscrizione
SOCCORSO ALLI POVERI ARTISTI
Questa è la costante mia volontà che dovrà essere inalterabilmente eseguita, cassando ed annullando espressamente qualunque altra disposizione precedente o posteriore, che non contenga la seguente
clausola derogatoria.
Dio abbia misericordia dell’anima mia.
Questi legati avranno il suo principio dopo passato l’anno che sarà in corso.
GIOVANNI DALLE CASE.
Primo gennaio 1850, Verona.
Li miei esecutori testamentari Napoleone Bressanini ed un solo della Famiglia Morelli dovranno dare un Resoconto al Sig. Avvocato Giovanni Silvestri ed anche alla Signora Maria Seitz per riscontrare
il quoto che spetterà per cadauno delli cinque Eredi universali.
Terminate che saranno le divisioni si dovranno pagare al Sig. Avvocato Giovanni Silvestri ed al Sig. Napoleone Bressanini duecento Talleri per cadauno pei loro disturbi.
Se qualcuno degli eredi universali si trovasse in bisogno di qualche anticipata avanti il termine delle Divisioni si potrà anticiparli qualche acconto acciò non abbiano da fare delli sacrifici immaturi.
Al Sig. Avvocato Giovanni Silvestri raccomando di dare assistenza alla Signora Maria Seitz dove occorrerà, e lascio la facoltà alla suddetta per il quoto che a lei si spetterà di scegliersi quelle Obbligazioni che alla suddetta Seitz piacerà col consiglio del suddetto Sig. Silvestri acciò non restino infruttanti li suoi danari.
Agli Eredi universali che è inibito di portarsi nella Casa di mia abitazione, lascio la facoltà di farsi rappresentare da un procuratore che potrà scegliere il Sig. Avvocato Giovanni Silvestri e non altri.
Alla suddetta Signora Maria Seitz dovranno essere pagate Austr.
L. tremila, 3.000, per disporle a seconda delle mie disposizioni date alla suddetta.
GIOVANNI DALLE CASE
Primo gennaio 1852, Verona.
Nel mio Testamento ho nominato Eredi universali le quattro famiglie
più prossime al mio parentà che saranno li figli delle quattro Sorelle di mio Padre; in mancanza dei suddetti saranno i suoi successori.
GIOVANNI DALLE CASE
AVVERTENZA – Furono nella stampa emendate alcune inesattezze
di grammatica e di ortografia che esistono negli originali.
Anche se scarsi sono gli accenni ai motivi ispiratori che hanno mosso il testatore a lasciare parte cospicua della sua eredità per scopo umanitario, tuttavia mette conto rilevarli. Come si afferma, il sig. Giovanni Dalle Case dice, in apertura del testamento: “Raccomando prima di tutto l’anima mia a Dio onde si degni d’accoglierla negli eterni riposi ” [28]Cf. Infra, p. 29..
E in chiusura, prima di due codicilli (1 ° gennaio 1850 e 1 ° gennaio 1852) pone l’espressione: “Dio abbia misericordia dell’anima mia” [29]Infra, p. 32.. ·
Fra le cause molteplici del pauperismo, che aggravava gran parte delle popolazioni industriali, è senz’altro principalissima quella che
proviene dall’interruzione dei lavori [30]Scrive il BAGATTA, F., Beneficenza … op. cit. p. 1: “Gli economisti stranieri principalmente trattando diffusamente dei fenomeni della produzione industriale, si resero interpreti dei … Continua a leggere.... La disposizione testamentaria ha lo scopo di provvedere ai bisogni transitori degli artigiani che sono i più numerosi.
La moralità sociale è il principale motivo ispiratore del legatario e della sua istituzione filantropica, altrimenti la beneficenza non sarebbe altro che uno sprone all’infingardaggine e a tutti i mali che ne conseguono.
Per rendersi degni di approfittare del soccorso, gli artigiani dovranno osservare e presentare condizioni di moralità, tra le quali il lavoro stesso, reso condizione indispensabile per fruire di un tale bene.
Scrive il Bagatta: ”In questa disposizione è gettata la base di una istituzione che completa e perfeziona lo scopo che la pubblica beneficenza ebbe di mira colla fondazione dei pubblici ospedali. Era
necessario che la pubblica beneficenza, la quale, senza tradire il proprio compito, doveva limitarsi a soccorrere l’operaio nella propria infennità, venisse perfezionata somministrandole i mezzi di sovvenire alle famiglie rimaste prive del loro capo e, quindi, impossibilitate a provvedere in queste tristi congiunture alla loro esistenza” [31]Ibidem;
Prosegue il Bagatta: ”Le istituzioni di beneficenza si rendono tanto più utili quanto più si collegano necessariamente fra loro. Con questa istituzione si provvede, adunque, in gran parte al bando della mendicità, alla moralità delle famiglie e alla loro sussistenza. Altro effetto importantissimo di questa disposizione testamentaria, che si raccomanda all’applauso dei buoni, sarà quello di accrescere il numero dei matrimoni fra i poveri senza che perciò si moltiplichino i figli della miseria e l’altro, non meno ragguardevole, di eccitare gli accattoni a cercare nel lavoro l’impiego delle loro facoltà e delle loro forze” [32]Ibidem.
”La nostra Casa di Ricovero è aperta a quelli che, travagliati da malattie croniche, sono resi assolutamente impotenti a guadagnarsi la vita e il nome dei coniugi Trevisani.. . è ogni giorno benedetto” [33]Ibidem. Per il lascito fatto dai coniugi Trevisani, cf. FAINELLI, V., (a cura), La beneficenza ospitaliera … op. cit. pp. 141-142′, 146, 154, 163..
‘ ‘È a sperare che il luminoso esempio dato da questo concittadino, il cui nome è ora sulle labbra di tutti, e che lasciò a se stesso la lode più bella, sarà imitato da altri non appena si toccheranno con mano gli utili della sua istituzione” [34]BAGATTA, F., Beneficenza … op. cit. p. 1..
Lo scrivente articolista continua poi suggerendo: ”Che anzi, per accrescere alla Commissione [ del Pio Legato] i mezzi di cui potrà disporre man mano che la istituzione andrà corroborandosi, essa sarà naturalmente condotta a realizzare una speranza fino a qui rimasta un desiderio, chiamando cioè gli artisti stessi, con una tenue corresponsione, a fondare una Cassa di Mutuo Soccorso che senza depauperare i, .loro giornalieri proventi, aumenta la somma da impiegarsi in queste beneficenze e li abitua a idee di economia e di ordine che certamente il testatore non intese, colla sua disposizione, di avversare” [35]Ibidem.
2.3 Statuti e Regolamenti amministrativi.
Già nel 1857 la Commissione pubblicò il proprio regolamento amministrativo.
Gli scopi originari del Pio Legato vennero consacrati nello Statuto Organico che fu dato alle stampe in diverse. Occasioni [36]Nelle pagine immediatamente successive diamo il testo completo degli Statuti e dei Regolamenti amministrativi che abbiamo potuto reperire..
Il lavoro organizzativo e amministrativo era avviato e cresceva. Occorreva che una organizzazione di tale importanza non gravasse unicamente sulle spalle della Commissione Centrale per cui si pensò
di stabilire delle Sottocommissioni per ogni Contrada della città.
Della costituzione di dette Sottocommissioni contradali dava notizia la Commissione Centrale con una circolare mandata ai parroci della città [37]“La Commissione istituita per Amministrare il Legato del fu Giovanni Dalle Case, col vfsto della R. Delegazione, e previo concorso, presi così quattro Rappresentanti dei Reverendi Parrochi di … Continua a leggere....
Passando alla lettura delle fonti statutarie si riscontra che tutte presentano una componente morale, sostenuta da ispirazione civicosociale, in conseguente sviluppo della carta testamentaria di Giovanni
Dalle Case.
Pur nel loro carattere giuridìco-normativo, i testi sono impregnati di spirito religioso e civile.
Trattano degli scopi, dell’organizzazione e dell’amministrazione economica del Pio Legato adattando funzionalmente il tutto al compito primario prefigurato nel testamento, quale meta da raggiungere.
Con regole e norme precise si mirò a fissare lo spirito perché si avviasse e si mantenesse nel tempo un’opera di assistenza e beneficenza in alleviamento alle afflizioni e alle pene materiali e, ancora, con l’obiettivo poi, non molto remoto, di sostenere la promozione dell’uomo e del lavoro.
Per naturale e graduale trasformazione della società, gli statuti e i regolamenti dovettero essere rivisti, modificati e adattati in qualche parte, affinché rispondessero meglio allo scopo dell’istituzione e alle leggi emanate dal Governo.
Diamo di seguito, in ordine cronologico, il testo completo degli statuti e dei regolamenti amministrativi.
References
↩1 | ASV, San Zeno in Oratorio, Reg. Batt. !773-1776, nr. 15, p. 294. |
---|---|
↩2 | Diamo il nome, con l’anno di nascita, dei fratelli: Matteo Raineri (1773), Concordia (1777), Bartolomeo (1778), Luigi Gioacchino (1780), Pio Angelo (1782), Lucia Antonia (1784), Rosa Angela (1786), Teresa Luigia (1787), Luigi Maria (1789), cf. ASCV, Fondi parrocchiali (tit. XVID/2). S. Cecilia, S. Tommaso Ap., Regg. Batt. per gli anni indicati. Da notare che per Bartolomeo e per Concordia l’anno di nascita è stato desunto dal calcolo dell’anno di morte e della loro età, rispettivamente, cinque e sette anni, cf. /bi, S. Tommaso Ap. Reg. Morti 1752-1806, pp. 91 e 94. Teresa Luigia e Luigi Maria moriranno di vaiolo, l’una all’età di quattordici mesi, l’altro di tre anni circa, cf. Ibidem, p. 109 e p. 125. |
↩3 | /bi, S. Nazzaro e Celso, Reg. Batt. 1726-1738, (s.p). Era figlio di Giovanni e di Pace Concordia Bertoldi, sua moglie. |
↩4 | Ibi, S. Paolo in C.M., Reg. Batt. 1729-1755, sub littera Z. Il padre si chiamava Giovanni e la Madre Domenica N …. Padrino di battesimo fu l’Ecc.mo Dott. Avvocato Alessandro Capellari della parrocchia S. Clemente di Verona. |
↩5 | Ibi, S. Zeno in Oratorio, Reg. Matr. 1757-1804, p. 58v. L’espressione: “hora 2.da noctis ”, deve computarsi dal calar del sole. Nel registro si legge infatti: ”Die X. Ma 5.ta septembris 1772 hora 2.da noctis … summa mane, vero, in Missae celebratione. Rev. dus D.nus Ioseph Viviani curatus eis benedixit”, cf. Ibidem. |
↩6 | Ibi, S. Cecilia, Reg. Batt. 1728-1807, p. 114. Matteo ebbe vita brevissima, morì soltanto dieci giorni dopo la nascita (21 novembre 1773) e fu sepolto in Santa Cecilia, cf. Ibidem, Reg. Morti 1728-1807, p. 77. |
↩7 | Ibi, S. Nicolò, Reg. Status animarum 1807-1808, p. 77. |
↩8, ↩31, ↩32, ↩35 | Ibidem |
↩9 | Scrive lo Scarcella che i linaroli, negozianti di lino, costituitisi in arte nel 1513, avevano nella chiesa di San Marco di Verona, ora distrutta, un proprio altare. Nel 1726 si trasferirono in San Tomaso Cantuariense e una nota di spese del 1784, per la “Sagra di S. Croce a S. Vitale in S. Maria del Paradiso”, assicura un secondo trasferimento nella chiesa di S. Marco, dove rimasero fino alla soppressione delle arti avvenuta in epoca n~poleonica, cf. SCARCELLA, F., Feste, santi, chiese e gonfaloni delle arti veronesi, Verona (s. a.), p. 8 = Quaderni di Vita Veronese 1. |
↩10 | ASCV, Fondi parrocchiali (tit. XVIIl/1). S. Nicolò, Reg. Status animarum 1819-1820, p. 135 |
↩11 | Ibi, S. Nicolò, Reg. Morti 1806-1828, p. 39 |
↩12 | Ibidem, Reg. Status animarum 1811-1812, p. 81. |
↩13 | Ibidem, Reg. Status animarum 1815-1816, p. 3. Risulta non coniugato. |
↩14 | Ibidem, Reg. Status animarum 1811-1812, p. 81. Nel Reg. del 1815-1816 i loro nomi non vi compaiono più. |
↩15 | Ibidem, Reg. Morti 1829-1843, p. 36. |
↩16 | Ibidem, Reg. Status animarum 1831-1832, p. 119. |
↩17 | Ibidem, Reg. Morti 1843-1863, p. 79. |
↩18 | AS Verona, Tribunale C.P., fase. 69. 5516, Testamenti di Verona. |
↩19 | BAGATTA, F., Beneficenza, in Gazzetta Uffiziale 1 (1855) 1, nr. 154, martedì 5 giugno 1855. |
↩20 | BARBAN, B., n cimitero monumentale di Verona (1828-1928), Verona 1928, p. 176. |
↩21 | Ibidem, pp. 172-183. Il suo corpo riposa in una tomba sul lato destro del Cimitero Monumentale di Verona, luogo della sepoltura originaria. La lapide tombale riporta questa iscrizione: GIOVANNI DALLE CASE/ PIO E GENEROSO FONDATORE/ DEL NUOVO ISTITUTO/ SOCCORSO AI POVERI ARTISTI/ MORÌ L’ANNO MDCCCLV DI ANNI LXXXI. |
↩22 | INDICATORE (L’) veronese per l’anno 1852, Verona (s.a.), p. 56. |
↩23 | CASTELLAZZI, L., L’organizzazione politico-amministrativa di Verona, in AA.VV., Verona e il suo territorio, vol. Vl/1, Verona 1988, p. 127. |
↩24 | INDICATORE (L’) veronese per l’anno 1853, Verona (s.a.), p. 76. Giovanni Dalle Case è menzionato in questi elenchi dal 1849 fino all’anno della sua morte (1855). |
↩25 | BAGATTA, F., Storia degli spedali … op. cit., p. 186. |
↩26 | Negli Statuti e nei Regolamenti a stampa si deve correggere l’errore che ripetutamente ricorre circa la data di morte di Giovanni Dalle Case. La data del 2 gennaio 1855 è errata quanto al mese. Si tratta del 2 giugno 1855, cf. Infra, p. 26. |
↩27 | AS Verona, Tribunale C.P., fase. 69. 5516. Testamenti di Verona. Pubblicata la presente carta testamentaria nel protocollo 3 giugno 1855, nr. 14864 davanti alla S.R.Pretura in Verona. |
↩28 | Cf. Infra, p. 29. |
↩29 | Infra, p. 32. |
↩30 | Scrive il BAGATTA, F., Beneficenza … op. cit. p. 1: “Gli economisti stranieri principalmente trattando diffusamente dei fenomeni della produzione industriale, si resero interpreti dei mali che da questa espansione dei lavori derivano dalla clase operaia. Buon per noi che, posti in altre condizioni industriali, presso di noi, dove il lavoro agricolo assorbe migliaia e migliaia di braccia, la deficenza del lavoro· non può generare un tal quale squilibrio nella sua durata e il maggior danno si risolve, per la più gran parte, in una peripezia individuale proveniente da malattie che aggravano le condizioni economiche delle famiglie degli operai”. |
↩33 | Ibidem. Per il lascito fatto dai coniugi Trevisani, cf. FAINELLI, V., (a cura), La beneficenza ospitaliera … op. cit. pp. 141-142′, 146, 154, 163. |
↩34 | BAGATTA, F., Beneficenza … op. cit. p. 1. |
↩36 | Nelle pagine immediatamente successive diamo il testo completo degli Statuti e dei Regolamenti amministrativi che abbiamo potuto reperire. |
↩37 | “La Commissione istituita per Amministrare il Legato del fu Giovanni Dalle Case, col vfsto della R. Delegazione, e previo concorso, presi così quattro Rappresentanti dei Reverendi Parrochi di questa Città, ha disposto la stampa del proprio Regolamento, ed ora si pregia di trasmetterne N. 3 copie a ciascheduno di essi, pregandoli di volerne prendere conoscenza, specialmente nella parte che li riguarda, e consegnarne una copia dal Deputato Contradale. Nella riserva di trasmettere le ulteriori istruzioni sulle persone che in special modo hanno diritto al Soccorso degli Artisti, come pure le Module pei Bollettari, Registri, etc., la Commissione prega i Reverendi Parrochi, di fare ad essa conoscere colla possibile sollecitudine il nome del1′ attuale Deputato della propria Contrada, che deve formar parte della Sottocommissione, ed insieme con Esso, di proporre la persona appartenente al ceto commerciale o industriale, che a senso dell’art. 41 del Regolamento completar deve la detta Sottocommissione. Coi sensi della più sincera stima e considerazione, Verona 29 marzo 1857. Firmato il Preside e il Segretario”, cf. ASC Verona, Amministrazione Economica e Finanziaria (tit. XVI/6). Fondazioni Benefiche. Pio Legato Giovanni Dalle Case, B. Unica, fasc. 1. |